Fotovoltaico domestico, finalmente arriva il momento in cui ti pregusti la bellezza di autoprodurre energia elettrica per la tua casa e il sogno di staccarti dalle lobby di fornitura e di vivere senza bollette si avvicina, ma prima di proseguire e di firmare contratti, leggi con molta attenzione le nuove regole per raggiungere l’obiettivo
Per realizzare il tuo impianto fotovoltaico domestico nel 2018 e percorrere la strada verso l’indipendenza energetica, devi seguire questa strategia…
Realizzare oggi il tuo impianto fotovoltaico domestico, dopo l’era del “Conto Energia”, vuol dire cambiare completamente le regole di dimensionamento e d’ingaggio del gioco, ma le abitudini delle società commerciali non cambiano mai, perché si sa che hanno sempre fatto così…
Le stesse società artigianali o anche ben strutturate si son fermate ai tempi d’oro, nei momenti in cui l’incentivo ha sorretto e dopato per parecchi anni la crescita del fotovoltaico in Italia. Quelle strategie hanno permesso comunque una diffusione rapida che oggi possiamo toccare con mano nel belpaese, anche se all’epoca si vedeva il fotovoltaico solo ed esclusivamente come un investimento economico e non come uno strumento per raggiungere quello che oggi chiamo “indipendenza energetica”.
Oggi infatti, a conoscere queste regole sono sempre meno addetti, e mi ritrovo spesso a discutere con alcuni nuovi clienti sulla potenza del loro impianto fotovoltaico…
Parlo della tipica situazione che vede il cliente arrivare a costruire la sua nuova casa, scegliere di farla completamente no gas e dimensionare il proprio impianto fotovoltaico come si faceva nell’era degli incentivi.
Il fotovoltaico conviene oggi?
Tanto per farti un esempio, martedì ho chiamato Francesco che mi ha lasciato i suoi dati dopo aver letto un articolo che parlava di come io vedo la casa del futuro.
Francesco mi dice: ho scelto di fare la casa no gas e l’idraulico mi ha detto che con un impianto fotovoltaico da 4,5 kWp ero più che apposto.
Ho fatto fatica a dare una risposta immediata.
Perché non credevo che fosse realmente possibile, in realtà Francesco mi stava raccontando la verità e proprio per quello che gli aveva detto l’idraulico ha ammesso di aver cominciato la sua ricerca ed era approdato al mio blog.
Ma giusto per darti un’idea, voglio descriverti la situazione di francesco, così che anche tu possa farti una fotografia di cosa succede e di come vanno analizzate le nuove case che più o meno hanno questi standard.
La fotografia della nuova casa
Francesco sta realizzando la sua nuova casa con una tecnica costruttiva tradizionale, un muro che è circa 40 cm di spessore tra mattoni forati intercapedine e cappotto esterno, serramenti performanti, tetto coibentato, pompa di calore e forni ad induzione.
Parliamo di una superficie calpestabile di circa 170/180 metri quadri, quindi una buona potenza da erogare per una pompa di calore e per i carichi domestici tipici di una famiglia di 4 persone che vivono sulla casa che ti ho descritto e di certo non si fanno mancare confort e abitudini di consumo energetico. (consumano molta energia nell’appartamento dove vivono adesso, in casa nuova non cambierà molto la musica)
Francesco In realtà ha provato a chiedere all’elettricista informazioni e spiegazioni ulteriori in merito al fotovoltaico domestico, e l’elettricista stesso non ne ha fornite in quanto la sua risposta è stata: prova a sentire cosa dice il termotecnico.
Francesco per praticità ha chiesto all’idraulico perché ha fatto associazione di idee “termotecnico – pompa di calore” e ha voluto sentire un parere, e per questo ci siamo fatti una grassa risata tutti e due.
Dopo la chiacchierata con il termotecnico e l’idraulico, Francesco ha riparlato con il suo l’elettricista che quel punto gli ha detto: Va bene dai, ascoltami, facciamo il massimo possibile quindi 6 kWp e non ne parliamo più.
A quel punto ho fatto io una risata e ho detto a Francesco: ma con i 6 kilowatt pensi veramente di alimentare la tua casa e di renderla in futuro energeticamente indipendente?
E dopo quella domanda, ho cominciato a spiegare a Francesco quello che voglio trasmettere anche a te, ovvero…
Come realizzare un impianto fotovoltaico domestico adesso, predisponendo la tua villa a diventare veramente energeticamente indipendente nel più breve tempo possibile, senza buttare i tuoi soldi al vento e credere che non si possa fare
In un articolo precedente, scritto giusto qualche settimana fa, raccontavo che la casa del futuro è in trifase.
I motivi che mi portano a prevedere questo tipo di abitazioni sono molti, e ti chiedo di seguirmi perché quello che voglio condividere con te è l’unica strategia che un domani ci permetterà veramente di alimentare non solo la nostra casa e le nostre esigenze con il sole, ma ci renderà liberi anche dai combustibili fossili che utilizziamo quotidianamente per viaggiare.
Quando parli di un fabbisogno da soddisfare, non si può andare a sentimento o a braccio quando si cercano di capire i kilowattora necessari a riscaldare, raffrescare, alimentare la nostra casa e, dulcis in fundo, produrre anche un po’ di energia necessaria per ricaricare i nostri veicoli elettrici.
Per questo il primo passo che bisogna fare, quando si pensa ad una nuova abitazione, è avere le idee chiare su quelli che saranno i consumi tuoi e della tua famiglia che vivrà giorno per giorno la tua casa.
Io per risolvere questo problema, ho creato uno strumento tanto semplice quanto efficace per analizzare quel fabbisogno e trovare il numero preciso che poi mi serve per applicare il metodo soluzioni solari, ed entrando a fondo della questione questi sono i passaggi da fare. (Il mio strumento lo trovi qui)
Prima di tutto devi capire quanta energia annua richiederà riscaldare, raffrescare, produrre l’acqua calda sanitaria all’interno della tua nuova casa.
A quel risultato poi, dovrai aggiungere l’energia necessaria ad alimentare il tuo fabbisogno, includendo l’energia che consumeranno i forni e le piastre induzione, e magari anche quei nuovi Hobby che ti vorrai concedere nella tua nuova alcova.
A quel risultato dovrai aggiungere anche quella che possiamo definire lungimiranza, la tua lungimiranza verso il futuro.
Oramai le colonnine di ricarica per i veicoli elettrici entrano d’obbligo nei nuovi progetti di costruzione, ma anche noi che abbiamo un occhio di riguardo verso il futuro, ci auspichiamo che questa tecnologia sia sempre più presente nelle nuove case che andremo a realizzare.
Ovviamente, se volessimo dotarsi di un veicolo elettrico o meglio ancora se ce l’abbiamo già, dobbiamo per forza di cose tenerne conto.
Quindi, per dimensionare il fotovoltaico domestico corretto procediamo così
Il conto è questo, e come lo ha spiegato a Francesco lo spiego anche a te che in questo momento mi stai leggendo.
Una casa come quella di Francesco vissuta da una famiglia di 4 persone che sicuramente beneficerà di tutto il Confort dato dall’involucro e dall’impianto di condizionamento / riscaldamento / deumidificazione, consumerà circa 9000 kW all’anno.
L’unico modo per produrre quei 9000 kW all’anno e di fare un impianto fotovoltaico di circa 7,5 / 8 kW di potenza, in base all’orientamento del tetto, e di farlo subito in trifase.
Ma anche il contatore di Francesco deve comunque essere adeguato a quella richiesta, perché tra la pompa di calore e i forni a induzione, aggiungendo qualche piccolo altro carico domestico che sappiamo funzionare tendenzialmente verso le ore notturne, i picchi di prelievo potranno tranquillamente superare i 6 kw ad arrivare a 7/8.
Ecco perché, la casa del futuro è in trifase.
E qui casca l’asino dell’elettricista che non è convinto della soluzione, e soprattutto non conosce le direttive che l’Europa vuole imporre per accelerare ed arrivare agli obiettivi fissati non più per il 2020 ma per il 2030, ovvero quella di scegliere le case che oltre a consumare poca energia, siano completamente no gas.
Una volta, se solo pensavi all’idea di fare un abitazione da poco più di 200 metri quadri e di chiedere il contatore trifase, appena ti dicevano i costi fissi cambiavi subito idea!
Oggi invece questo ragionamento viene completamente stravolto, tanto è vero che
Si possono richiedere contratti di fornitura in trifase da 6 a 10 kw, con scaglioni di 500 watt, a prezzi molto competitivi che cambiano e stravolgono completamente le regole del gioco, per come le conoscevamo fino al 31 dicembre 2017.
Le regole sono completamente cambiate, e deve cambiare anche il nostro approccio verso l’indipendenza energetica, iniziando a pensare di produrre il tutta l’energia che serve per il nostro fabbisogno, e un domani quando i prezzi saranno realmente competitivi, abbinare anche giusto sistema di accumulo per rendersi il più possibile autonomi fino al punto di arrivare al distacco completo dalla rete elettrica nazionale.
Quest’ultimo disegno, quello che ci vedrà staccarsi dalla rete elettrica nazionale, non è impossibile da realizzare, ma non può essere realizzato oggi…
Quello di cui sono assolutamente certo però, è che non ci manca molto ad arrivare a coronare questo sogno, e presto sarà possibile farlo veramente su larga scala.
Il ragionamento più importante che voglio sottolineare e ci tengo a farti passare come concetto importantissimo, è quello di pianificare oggi i passi che vorrei fare un domani.
Se il tuo obiettivo reale è quello di diventare un giorno energeticamente indipendente, Intanto devi metterti nella posizione di riuscire a produrre tutta l’energia che ti servirà e anche qualcosina in più, poi un domani quando le batterie saranno pronte a soddisfare i nostri desideri, non solo tecnologicamente ma anche economicamente, sono sicuro che potremmo fare assieme anche il passo finale.
Francesco dopo aver parlato con me ha preso questo percorso, ha voluto a tutti i costi che io lo seguissi e gli indicassi la via da percorrere, ha voluto proprio che io gli disegnassi la strada che lui deve seguire da oggi fino a quel giorno in cui si staccherà completamente dalla rete elettrica nazionale.
Non perdere tempo, non gettare tuo denaro dalla finestra, e soprattutto non credere che non si possa fare.
L’indipendenza energetica è sempre più vicina, se sai la strada da percorrere per arrivarci.
Domande e risposte frequenti:
- Tutti mi dicono di fare 6 kWp in casa nuova, perché?
- Perché nessuno si prende la briga di calcolare prima quanta energia ti servirà per riscaldare, raffrescare, illuminare e vivere all’interno della tua nuova abitazione. A ragion veduta, prima si calcola quanta energia serve e poi si dimensiona l’impianto fotovoltaico domestico.
- Parli di casa trifase, ma i contatori trifase domestici costano troppo
- Una casa elettrica al 100% ha bisogno di energia e non puoi pensare di centellinare i tuoi consumi in tutte le situazioni. Oltretutto quell’energia la devi anche produrre. Per rispondere alla domanda costi invece, i fissi per un contatore di 6 kW hanno un costo annuo indicativo di 160 €, mentre per i 10 kW il costo sale a 210 €.
- Costo fotovoltaico, conviene fare tutta l’energia che serve con un impianto?
- Non ti devo convincere, ma se hai ancora dei dubbi sulla convenienza del fotovoltaico, pensa a quanti soldi potresti regalare al tuo fornitore di energia elettrica in 25 anni e pensa a quello come un debito energetico. Vorresti liberartene prima?
Se ti viene una domanda da fare, non esitare a scriverla nei commenti qui sotto, sarò ben felice di risponderti.
7 risposte
ciao Devis,
vorrei dei chiarimenti su alcuni punti:
1. non ho ben capito i motivi per cui il futuro è in trifase, che vantaggi reali e concreti ci sono?
2. chi come me ha un impiato monofase e contatore monofase, per passare alla trifase dovrà modificare tutto l’impianto per ben bilanciare le tre fasi, giusto?
3. la differenza tra contratto monofase e trifase sta solo nella quota fissa che dovrebbe essere piu alta nel trifase?
grazie per le tue risposte,
un saluto
Ciao Michele, ti ringrazio per la domanda e ti rispondo subito.
1) La casa del futuro è trifase perché per sopperire a tutte le richieste odierne, i 6 kW non bastano.
Appena esci dal confine Italiano e inizi a curiosare, ti accorgi che hanno tutti potenze di 10 o 15 kw, e i motivi sono i medesimi.
Somma una Termopompa professionale, un fornello ad induzione, un forno, phon e scaldasalviette elettrico, aggiungi auto o altro mezzo elettrico ed il gioco è fatto.
2) Per passare alla trifase non è necessario rifare tutto l’impianto e non è detto che serva bilanciare l’impianto.
Il trifase sicuramente alimenterà in modo diretto la termopompa e la colonnina di ricarica (Nelle abitazioni si caldeggia la 7.2 kW) ma il resto dell’impianto non avrà variazioni significative.
Al massimo, per dirla in modo pratico, metti la luce sotto ad una fase e la forza sotto ad un’altra, ma non è d’obbligo visto che di base hai già un 6 kw.
3) Ragionamento corretto, ne spiego meglio i benefici in questo articolo sugli aumenti delle bollette 2018 che trovi nel blog
Il succo del ragionamento che li ho voluto esplodere è che da quest’anno entra in gioco un meccanismo per cui chi più consuma meno paga il singolo kWh.
Se servono altri chiarimenti Michele, non esitare a chiedere.
Forse a qualcuno non è chiaro ancora quando spieghi che il trifase è il futuro perché dai per saputo che sopra i 6kw il contatore deve essere trifase. Non tutti lo sanno e, quando tu dici che con 6kw non basta e che serve una potenza maggiore, non vedono la relazione con avere il trifase.
Me ne rendo conto.
I tecnici hanno paura di consigliarlo perché sono ancora fossilizzati sul vecchio modo di fare e quando se ne parla, anche E distribuzione ci mette del suo.
Pian piano però ci sono sempre più famiglie che prendono la via del trifase, e quindi si è creato un po’ di movimento d’informazione anche dal basso.
Ma se metto un
contatore trifase da 6 kw ho due kw per fase e il forno (2.5kw non lo posso usare) come minimo ci vuole un contatore da 9 kw. Grazie
Avere un trifase non vuol dire avere la potenza del contatore diviso 3.
E’ una leggenda metropolitana che viaggia, e spesso ad affermarla sono dipendenti di E distribuzione, ma le normative palano chiaro.
La potenza del contatore è una cosa, il carico massimo ammissibile per singola fase, non dev’essere sbilanciato.
Vuol dire che se hai un contatore da 9 kW in teoria non puoi chiederli tutti ad una fase.
La differenza di carico tra le fasi non dev’essere superiore ai 6 kw.
Se hai 10 kw, puoi prelevare 6 kw da una fase 2 dalle altre.
Se ne chiedi 6 in trifase, avrai un carico trifase a monte e verosimilmente dividerai forza e luce in modo adeguato.
Basta bilanciare in modo intelligente le fasi, informarsi meglio e per chi vuole approfondire leggere le norme CEI in vigore.
Ma NO, non vuol dire la potenza del contatore diviso 3.