Fotovoltaico con accumulo, sebbene siamo distanti dall’essere autonomi e dal distacco completo dal contatore dell’Enel, in certi casi è l’unica soluzione che ci permette di avere quel minimo di servizi che la rete non riesce a garantire in alcune zone…
Pensi di installare un impianto fotovoltaico con accumulo e già ti sei creato un’immagine di indipendenza energetica degna di nota…
Il fotovoltaico con accumulo è un impianto studiato per autoprodurre e consumare il più possibile l’energia prodotta, per essere indipendenti dalle lobby di fornitura dell’energia elettrica, ed è la strada più bella che ognuno di noi dovrebbe percorrere.
Ma facciamo alcuni passi indietro per comprendere e sfatare alcuni miti, alcune leggende che in verità, tanto metropolitane non erano…
Eravamo abituati negli anni precedenti a sentire le fantastiche dis/avventure dell’Enel o delle aziende che vendevano gli impianti.
Si raccontava che l’azienda arrivava ad installare il tuo impianto fotovoltaico in tempi brevissimi e poi perché l’Enel era sempre più lento, perchè mancava una firma su un documento, perchè non si capisce mai bene niente… la connessione e l’accensione dell’impianto fotovoltaico era sempre rimandata ai posteri.
Addirittura nell’epoca estinta dove si ragionava con gli incentivi del conto energia, la data di connessione in rete dell’impianto fotovoltaico era la data dalla quale tu iniziavi a guadagnare i soldi che qualcuno ti aveva promesso, magari immaginando quel momento come il primo tuffo nei dobloni d’oro come Zio Paperone.
Il ragionamento che le aziende facevano al cliente seguiva questa filosofia:
Io vengo e ti monto l’impianto presto per una serie di motivi più o meno validi, ma poi per connetterlo in rete deve passare il tecnico di Enel distribuzione.
Per far uscire il tecnico dovevano essere presentate tutta una serie di pratiche burocratiche che al solo pensiero a qualcuno potrebbero tuttora venire irritazioni alla pelle…
La quantità di dati richiesti era ed è tuttora strettamente legata alle abitudini burocratiche italiane, una serie di documentazioni dove si ripete sempre la solita minestra e l’unico scopo è quello di scaricare la responsabilità ad altri in caso di qualsiasi cosa possa succedere.
Ovviamente ne esce un quadro dove ne succedono di ogni e, da addetto al settore, ti posso dire che le regolamentazioni stesse variano da zona a zona.
A peggiorare la questione è che a Padova non sarà mai come a Vicenza, a Verona non sarà mai come a Venezia… e potrei portare tanti di quei casi da far rabbrividire anche il più scafato degli ingegneri.
Il perché accadono queste cose è facilmente assimilabile.
E’ vero che i regolamenti ci sono, ma il problema è che sono scritti in modo tale da richiedere un’interpretazione e… come già puoi intuire, non tutti interpretiamo le cose allo stesso modo!
Cosa succedeva quindi?
Semplice, tu ti affidavi ad una società X per realizzare il tuo impianto e te lo trovavi sul tetto in men che non si dica, ma poi lo devi anche connettere in rete, che in pratica veniva fuori l’omino con la camicia azzurra e arancione (all’epoca era Enel, oggi si chiama E-distribuzione), e li iniziavano le beghe. I tempi erano talmente tanto variabili che potevano volerci alcune settimane come… Alcuni anni!
Nel frattempo le persone che componevano le aziende cambiavano, alcune pratiche andavano perse, altre subivano enormi ritardi, altre si arenavano in luoghi inimmaginabili, e qualche utente si è trovato nella spiacevole situazione di essere bloccato nel limbo del nulla e di trovarsi sul tetto una serie di pannelli che oltre alla bellezza estetica (o bruttezza come dice qualcuno), non potevano fare…
E oggi invece cosa succede?
Vuoi sapere la differenza tra una pratica per la connessione di ieri ed una pratica per la connessione di oggi?
Nessuna.
Sono cambiati i modi di presentazione, hanno abilitato un portale dedicato che, all’epoca del cambiamento ci hanno venduto come una semplificazione ma… non è cambiato molto.
E’ sempre uno scarico di responsabilità automatizzato che, se fila tutto per il verso giusto ti fa sorridere, ma se si inceppa qualcosa, sono ore e ore spese al telefono per cambiare delle insignificanti virgole.
[su_frame]Di una cosa però sono certo, in questi ultimi anni è cambiato l’approccio al fotovoltaico.[/su_frame]
Nell’epoca degli incentivi veniva venduto come un puro investimento, se provavi a valutarlo per un’aspetto green o per iniziare a staccarti dalle fossili, venivi etichettato come strano.
Oggi invece gli strani si sono normalizzati 🙂
In realtà oggi un’impianto fotovoltaico legato ad un sistema di accumulo è uno strumento a difesa del consumatore che, diventando un Prosumer di energia (ne parlo in questo articolo) inizia a percorrere quella che io chiamo strada verso l’indipendenza energetica.
Sono cambiati anche i prezzi, (ne parlo in questo video di youtube) ma non vuol dire che domani costerà meno, siamo di fatto arrivati ad un punto quasi stabile delle quotazioni dove la differenza viene fatta dai modi di operare e di servire i clienti che adottano le aziende del settore.
Di fatto oggi posso veramente farti puntare all’indipendenza energetica, analizzando con cura il tuo fabbisogno, confrontando le varie soluzioni che studio e adotto quotidianamente, offrendo un risultato e non più vendendo un prodotto come si faceva una volta.
Gli strumenti che ho a disposizione sono molteplici, e ho persino creato un sistema che ho chiamato A.C.E. proprio per offrire un risultato garantito.
Ma che tipo di risultato ti starai chiedendo… e ti rispondo subito.
Con il mio sistema posso analizzare le tue abitudini di consumo dell’energia, sommarle al fabbisogno termico della tua casa (sia nuova costruzione che ristrutturazione) e capire quale sarà la quantità di energia elettrica che serve, eliminando completamente la voce gas.
Ovvio che con i numeri alla mano è tutto più semplice, ho i consumi elettrici totali, ho gli spazi che hai a disposizione (tetto o altri idonei ad ospitare l’impianto fotovoltaico) e ho la ciliegina sulla torta. Con il mio metodo ottimizzo la pompa di calore per funzionare il più possibile durante le ore con maggior insolazione diminuendo al massimo l’apporto di energia acquisita dalla rete.
Ora intuisci che questo è un’altro sport.
Qui non parliamo di fotovoltaico, di sistemi di accumulo o di pompe di calore come fossero frutta e verdura al supermercato.
Non partiamo dal tradizionale esempio: Nel capitolato ho messo un kW ma te ne stanno 8, lascio o tolgo…
Non parliamo di numeri messi a casaccio o alla dio piacendo, il calcolo è scientifico e bilanciato.
E il risultato è quanto ti costerà mantenere quella casa con l’impianto studiato, quindi un risultato certo e sicuro.
Il gioco è fatto dirai tu, ma non è questo il punto…
Il punto è che oggi siamo vicini ad un’autoconsumo di energia superiore al 90% della produzione, e mentre abbiamo la sicurezza che non siamo ancora pronti per eliminare anche il contatore dell’energia, ma ci manca davvero poco, ci dobbiamo chiedere se ci conviene o meno connettere l’impianto in parallelo alla rete elettrica o se più semplicemente possiamo utilizzarlo esclusivamente per soddisfare il nostro fabbisogno e “non dire niente a nessuno” ovvero non procedere con la domanda di connessione dell’impianto.
Ma vale la pena connettere?
Ho dovuto fare una premessa importante per farti capire che i numeri che escono dalle mie analisi sono frutto di un lavoro certosino che mi posso permettere, non sono numeri buttati a casaccio perchè per sentito dire funziona così.
Difatti, mi posso permettere di calcolare la quantità di energia che un impianto produrrà, posso già adesso calcolare quanta ne stoccherà in batteria e, di riflesso posso già capire quanta energia elettrica l’impianto produrrà in eccesso quindi quanta ne immetterà, ragionando anche in soldoni, quanta energia tu produrrai ed il GSE ti renderà sottoforma di euri!
A conti fatti, connettere un impianto fotovoltaico oggi non è detto che sia la soluzione migliore, e anch’io sono tra quelli che preferiscono realizzare l’impianto, metterlo in funzione e, se non obbligati a farlo preferisco accenderlo e basta.
Di fatto, l’impianto inizierà a produrre energia con il sole, alimenterà la mia utenza elettrica, la produzione in eccesso la andrà a stoccare in batteria e non immetterà in rete neanche un chilowattora!
Sarà completamente al servizio dei fabbisogni dell’abitazione e non implicherà il passaggio di Enel distribuzione, non servirà attendere l’installazione del secondo contatore, non si dovrà aspettare il benestare di nessuno:
Lo installo, lo collaudo, lo accendo subito senza dire niente a nessuno e inizio il mio percorso verso l’indipendenza energetica.
E tu?
Cosa aspetti?
Sicuro che connetterlo in rete sia la scelta idonea?
Certo, la domanda è una provocazione perché di fatto chi vive in città non ha il grosso problema di mancanza di energia elettrica, ma se sei un utente che abita in montagna e gli stacchi sono frequenti, di sicuro avrai letto questo post con un’altro occhio ed è per te che ho scritto questo articolo.
Perché se la tua situazione è che non puoi goderti il confort di casa tua a causa della rete elettrica nazionale, con un sistema fotovoltaico con accumulo a dovere possiamo risolvere tutto.
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Domande frequenti
- Inverter fotovoltaico con accumulo, quale scegliere?
- Se l’accumulo è una scelta non obbligata, ma un desiderio di indipendenza si prende una direzione, se invece la scelta è fondamentale a causa di continui sbalzi di tensione o addirittura frequenti stacchi dalla rete, cambiano completamente le marche che puoi scegliere.
- Posso staccarmi dal contatore?
- Si, ma non subito. La legge prevede che appena entri in casa un allacciamento lo devi avere per motivi fiscali, ma poi diventa un contatore come gli altri e lo puoi staccare quando vuoi. E a quelli che ti dicono che non è possibile perché glielo ha detto l’amico gigi al bar rispondigli: Prova a non pagare una bolletta e dimmi quanto rimani connesso…
- Quando avremo l’accumulo perfetto?
- Quando non penseremo più ad accumulare il giorno per la notte, ma penseremo all’estate per l’inverno.
4 risposte
Credo che essere ‘indipendenti energeticamente sia un passaggio estremamente importante per avere dei risparmi importanti nella gestione di una casa, sia per quanto riguarda la corrente elettrica sia per il riscaldamento ed il condizionamento. Ora sto attendendo notizie riguardanti l’APE volontaria e poi dovrei essere pronto a fare l’investimento necessario per raggiungere l’obbiettivo che mi ero posto.
Grazie per aver condiviso il tuo pensiero Ruggero, a breve la tua Analisi dei Consumi di Energia ® sarà disponibile e dopodichè potrai fare tutte le valutazioni del caso.
Sono davvero molto, molto, molto d’accordo con l’articolo soprattutto quando al cliente gli si può suggerire di NON allacciare l’impianto: anche a me sono capitati casi in cui addirittura sarebbe controproducente, visti i costi di mantenimento tra contatore E-distribuzione e SSP.
Unico problema è l’AEGGSI che imporrebbe il “rito” del TICA, in concomitanza alla ormai famosa dicitura della modifica dei flussi da/per la Rete (ndr CEI021).
Quindi: cosa consigliare?? Legalità o Furbizia?
(Per il momento difendo la classica furbizia)
Ciao Alessandro, grazie per la condivisione del pensiero.
Il cliente dev’essere libero di scegliere cosa vuol fare del suo impianto, se connetterlo o meno in rete deve rimanere una sua scelta.
Alcune marche di inverter (non cito nessuno esplicitamente, non faccio pubblicità e non voglio più che sia fatta all’interno del mio blog) possono essere programmati per non immettere in rete l’energia prodotta in eccesso anche in caso di batteria carica, qualora ce ne fosse.
I punti da ragionare con le nuove regole per la connessione elettrica delle nuove case, e le importanti agevolazioni per i cittadini privati che realizzano la casa no gas e scelgono di alimentarsi con il trifase, cambiano la visione del gioco.
Tralascio che la maggior parte dei sistemi di accumulo vengono venduti come si faceva una volta col fotovoltaico in conto energia, ovvero con un ritorno economico falso come una banconota da 33 euro, dobbiamo renderci conto che lo SSP è ancora molto conveniente per le nuove abitazioni no gas che nascono.
Se un utente è disposto ad investire qualche migliaio di euro in più per un sistema di accumulo per suo gusto personale, dobbiamo metterlo in condizioni di scegliere autonomamente ciò che è meglio per lui: proteggendo sia la rete elettrica nazionale (dal famoso dipendente pubblico che se deve tagliare i fili della corrente pre contatore dev’essere sicuro di non rimanerci attaccato), ma proteggendo anche la sua abitazione da sbalzi ed eventuali mancanze di tensione.
Ergo, benvengano i sistemi intelligenti che permettono di scegliere al cliente finale e basta.
Ma gli obblighi… Ma il TICA… Ma il parere di E Distribuzione… Ma io ti segnalo di qui… Ma io ti denuncio perchè… Ma non si può fare… Ma l’amico del bar mi ha detto… Ma il mio elettricista afferma che… Ma ho letto in internette… Ma mio cuggino che è bravo e costa poco…
Il mio pensiero è semplice, se non hanno di meglio da fare che mettere in fila una dozzina di ma facciano pure, io continuo per la mia strada e accompagno sempre più persone a seguire la strada verso l’indipendenza eneretica.