Contatore enel e produzione energia, 4 micidiali errori da evitare.

taglia contatore enel e produzione energia elettrica

Se ti stai apprestando costruire la tua nuova casa, oppure hai già iniziato a sondare alcuni progetti per il tuo involucro esterno quindi come saranno fatti i muri, la tipologia costruttiva e di isolamento delle pareti e le tipologie di tetto…

Sicuramente avranno iniziato anche a parlarti delle varie tipologie di impianti da realizzare all’interno, qualcuno ti avrà accennato di quelli destinati a produrre energia in casa nuova e avrai iniziato a ragionare sulla taglia del contatore energia.

Come puoi aver già intuito, produrre energia in casa nuova, ovvero la produzione energetica in un’abitazione, non è cosa da poco, non è assolutamente un argomento da sottovalutare.

Nel modo più pratico di dirti le cose, capire come produrre l’energia nella tua nuova casa, farà nascere quel risultato che tu vedrai ogni due mesi quando aprirai quella busta bianca, contenente uno dei tuoi più acerrimi nemici, la bolletta dell’energia elettrica!

Ora, permettimi una sottile ironia, magari per costruire la tua nuova casa sei ricorso ad una banca e hai richiesto un mutuo, ma ti piacerebbe scoprire a giochi fatti, che un secondo mutuo tu lo farai con il fornitore di energia elettrica, perché qualcuno non ha dato il giusto peso alla produzione dell’energia che ti serve per alimentare la tua nuova casa?

Io credo che queste cose te l’abbiano già dette, e magari qualcuno ti ha informato, che la tua nuova casa consumerà pochissima energia perché sara costruita in classe A +++…

Sicuramente, una casa costruita in classe A+++ più rispetto ad una casa di 10 anni fa che potrebbe al massimo essere in Classe C, consumerà molto meno energia per riscaldarsi/raffreddarsi, questo è verissimo e non c’è nulla da biasimare, ma il ragionamento è un altro.

Quella è solo l’energia che serve per riscaldare e raffreddare la tua casa, ma tu hai bisogno anche di alimentare i fornelli, alimentare gli elettrodomestici che utilizzerai nella quotidianità, e hai bisogno di produrre l’energia che serve a soddisfare i fabbisogni fisiologici di una famiglia.

Ecco, per rispondere a questa specifica esigenza, oggi voglio condividere con te 5 errori comuni che bisogna assolutamente evitare se nei tuoi pensieri c’è quello di costruire una casa che dalla rete prelevi la minor quantità possibile di energia elettrica.

Produrre energia in casa nuova è semplice se sai come farlo!

Il primo errore, è anche il più semplice, assolutamente non devi allacciare il gas.

Sembra un po’ strano da dire nel 2017, ma ci sono ancora parecchi artigiani che non avendo dimestichezza con le pompe di calore, si nascondono dietro alla frase comune che le pompe di calore non funzionano, pur di installarti la caldaietta a condensazione e quindi allacciare anche il gas nella tua nuova casa.

Ecco, questo è un punto molto importante perché fa nascere diatribe e discussioni che ahimè, sono inutili.

Se negli impianti della tua nuova casa è prevista una termopompa professionale, di sicuro non avrai problemi né a riscaldare ne a raffrescare la tua nuova casa, quindi mi raccomando: se ti chiedono di allacciare il gas negli impianti della tua nuova casa anche se è prevista una termopompa professionale, di sicuro non avrai problemi né a riscaldare me a raffrescare la tua nuova casa, quindi mi raccomando di rispondere: no grazie!

Per rimanere a tema pompa di calore, un altro errore comune che si tende a fare purtroppo nelle casa di nuova manifattura, è quello di utilizzare la pompa di calore solo per il caldo. Anche qui succede perché ci sono cattivissime abitudini di progettazione e c’è una quasi totale mancanza di conoscenza del funzionamento delle termopompe professionali.

Nella pratica succede che, non essendoci la dimestichezza necessaria con le Termopompe professionali, spesso il progettista o l’artigiano, o peggio ancora l’impresario edile, utilizzano una pompa di calore solo per il lato riscaldamento, e magari si affidano ad altre unità per rinfrescare e deumidificare quella che sarà la tua nuova casa.

Questo è un errore grossolano, che ti costerà un sacco di soldi nel momento della costruzione della tua nuova casa, perché comunque dovrai acquistare due apparecchiature diverse, dovrai far convivere due macchine che tendenzialmente tra di loro non si parlano, e dovrai abbinare un sistema di acqua con un sistema ad aria, e non è proprio l’ideale.

L’errore nasce proprio perché quando si parla di casa nuova non ci sono marche da privilegiare, non bisogna pensare che quella marca famosa nel condizionamento sicuramente farà anche al caso tuo nella fase di riscaldamento.

Quando parli di termopompe professionali, ogni esigenza ha le sue particolari sfumature e la bravura è quella di trovare la soluzione più adatta a soddisfare il quadro che si presenta davanti.

In buona sostanza, per risparmiare parecchi denari in fase di costruzione, e parecchi denari in fase di mantenimento sulle future bollette, la cosa ideale è trovare la pompa di calore che soddisfi la produzione di energia termica durante il periodo invernale e soddisfi la parte di energia termica durante il periodo estivo producendo anche l’acqua fresca che serve per raffrescare la tua casa e per deumidificare i tuoi ambienti.

Il secondo errore, molto banale, è quello di non installare un controllo dei carichi elettrici. Il ragionamento è un po’ complesso, ma voglio condividerlo con te nel più semplice dei modi.

Nella tua nuova casa dovranno coesistere una pompa di calore, dei fornelli a induzione, un nuovo forno che cucina in modo fantastico, un’aggeggio che rende felice tutti lavando e asciugando contemporaneamente il bucato, e tua moglie che si asciugherà i capelli con un phon che consumerà come una centrale elettrica.

Ora, ironia parte, puoi immaginare che con tutti questi carichi elettrici possa succedere che, per quanto tu ci possa fare attenzione, a volte si accendono troppe cose in contemporanea.

Ecco, qui le cose sono due: o tu fai una richiesta di energia infinita all’enel, oppure cerchi di utilizzare al meglio la potenza del contatore di energia che hai scelto.

Per una serie di ragionamenti che faccio in questo articolo, sappi che la casa del futuro è in trifase e non ti devi spaventare.

Sapendo che, per forza di cose, dobbiamo utilizzare al meglio i kilowatt che abbiamo scelto dal nostro fornitore di energia e non vogliamo sprecare soldi, dobbiamo ottimizzare i carichi.

Qui la soluzione è molto semplice, o tu poni un’attenzione maniacale a controllare come e quando viene prodotta l’energia che alimenta il fabbisogno della tua casa, sapendo sin da subito che ti potrebbe comunque saltare il contatore perché all’eccezione tu non ci puoi far nulla, o semplicemente dedichi un apparecchiatura molto semplice, che controlla al posto tuo i carichi di energia che richiedi durante l’utilizzo della tua nuova casa, ed in caso estremo da delle priorità che tu stesso prima devi impostare.

Mi spiego ancora meglio, per semplificare sempre di più questo concetto.

Qui non si parla di domotica, si parla semplicemente di uno strumento che legge i consumi dei nostri elettrodomestici, in caso di una richiesta di energia superiore a quanto ce ne possa fornire il nostro contatore, decide di spegnerli uno o più in base a come tu lo hai impostato.

Ovviamente quando puoi la richiesta di energia scenderà, lo strumento automaticamente farà riprendere il funzionamento di quello specifico elettrodomestico.

Questa scelta, oltre che a tenere a debita distanza il fastidioso momento in cui scatta la levetta del contatore e rimaniamo di botto senza energia, proprio in un momento cruciale, aiuta anche ad abbassare le richieste di energia al tuo fornitore abituale, facendoti risparmiare anche un bel po’.

Produrre energia in casa nuova: il terzo errore è quello di non ottimizzare gli impianti.

Un altro errore molto importante è che spesso ahimè viene commesso, è quello di non ottimizzare gli impianti, ovvero progettarli così come si faceva una volta senza apportare nessuna apparente miglioria.

Parlando di ottimizzazione degli impianti, veramente si apre un mondo e potrei scriverne quasi un libro, ma come di consuetudine voglio ragionare con te che portare esempi pratici e semplici.

Ti faccio un esempio per farti capire il concetto; in quello che è l’impianto elettrico della tua nuova casa.

Se tipo hai delle luci da giardino o hai comunque delle illuminazioni esterne, pensa subito a temporizzare magari con un orologio crepuscolare, in modo da regolare accensione e spegnimento, in base ai periodi dell’anno.

Per farti un esempio nell’impianto idraulico invece, se magari scegli di avere il ricircolo dell’acqua calda sanitaria, temporizzare quella che è la pompa che attiva questa funzione aiuta a non avere un enorme consumo di energia nei momenti dove nessuno è a casa e quindi.

Ci sarebbero altri punti da valutare ancora, tipo l’utilizzo stesso della pompa di calore sia per la funzione caldo che per la funzione freddo, ma mi interessa di più trasmetterti il concetto di base, quindi cerca di ottimizzare gli impianti che installerai nella tua nuova casa per avere il massimo del comfort e con il minor prelievo possibile di energia elettrica dalla rete.

Il quarto errore da evitare: non sparare numeri a caso quando sceglierai come autoprodurre quell’energia.

Il quarto errore che voglio condividere con te, è forse uno dei più importanti, e tuttora continua ad essere uno dei più sottovalutati: non sparare numeri a caso.

Perché non sparare numeri a caso???

Proprio perché prima di capire quanta energia dovrai produrre con il tuo impianto fotovoltaico, avrai bisogno di capire almeno quanta energia ti servirà per alimentare i tuoi impianti, alimentare la tua casa e quanta energia elettrica ti serve per viverla come avevi immaginato (ne parlo proprio qui).

Qui purtroppo, spesso si tendono a prendere i risultati che vengono dalla presunta classe energetica, e partire da li per fare i calcoli, ma come avrai potuto intuire, è proprio sbagliato in principio.

Per capire ancora meglio ciò che ti sto dicendo, voglio portarti i due casi estremi.

Facciamo che la tua nuova casa in un anno per riscaldarsi, raffrescarsi, e deumidificarsi consumerà 4000 kilowattora all’anno.

Supponiamo che, per una serie di ragionamenti ed ipotesi puramente didattiche, il fabbisogno energetico che deriva dalle tue abitudini di consumo e di prelievo dell’energia, ovvero da come utilizzare gli elettrodomestici, quello che ti piace fare quando sei a casa, e le illuminazioni particolari che hai scelto in fase di acquisto, a te servono altri 3500 kilowattora all’anno.

Nell’articolo che trovi qui approfondisco il tema, ma oggi facciamo un esempio pratico: ipotizziamo che a te ogni anno servono 7500 kilowattora.

Magari il Comune, per rilasciare il permesso a costruire, ti ha imposto di fare l’impianto fotovoltaico da 3 kilowatt di potenza, come minimo di legge.

Mettiamo che sei fortunato e hai il tetto perfettamente a sud, quindi ogni anno quell’impianto produrrà indicativamente 1100 kilowattora per ogni kilowatt di potenza installato sul tuo tetto.

Con queste affermazioni abbiamo due strade, o facciamo l’impianto fotovoltaico da 3 kilowatt come ti impone il Comune, oppure cerchi di realizzare un impianto fotovoltaico che annualmente riesca a produrre tutta l’energia che abbiamo stimato ti servirà per soddisfare i tuoi fa bisogni.

Se fai i 3 kw come in obbligo, produrrai circa 3300 kilowattora all’anno, perché sei bravo riuscirai ad auto consumarne una percentuale che varia dal 30 al 40%, come dice anche la media nazionale che ci viene offerta da Enel e dal GSE, e quindi sai già che acquisterai tutta l’energia che ti manca, o ampli le dimensioni dell’impianto fotovoltaico.

Se scegli di ampliare le dimensioni del fotovoltaico, dovremmo fare un calcolo inverso, ovvero prendere quei 7500 kilowattora e dividerli per 1100, con un risultato vicino ai 6,8 kWp, ovvero kilowatt di potenza.

Ora, per una serie di motivi e di legislazioni tipiche del nostro Paese, per fare i 6,8 kWp di impianto fotovoltaico ci vogliono degli impianti particolari, ma non è questo il tema dell’articolo, quindi concentriamoci sul risultato.

Dato il tuo fabbisogno, realizzato il tuo impianto fotovoltaico che in un anno riesce a produrre quella quantità di energia, avrai come risultato che una percentuale che varia dal 30 al 40% di energia che tu consumerai, te la darà il tuo impianto fotovoltaico.

La diretta conseguenza sarà che tu risparmierai un 30/40 percento di costo delle bollette dal tuo fornitore energetico.

Il risultato potrà cambiare ad essere ancora ottimizzato solo se a queste scelte abbinerei anche un sistema di accumulo.

Quindi il nuovo risultato potrà essere ancora diverso e, in linea di massima, sappi che se sceglierai di abbinare un impianto fotovoltaico ed un sistema di accumulo partendo dai precisi numeri di consumo che avrà la tua nuova casa, potrai arrivare ad essere indipendente con una percentuale che va dal 80 al 90%.

Detto questo, capiti i 4 punti, mi auguro che quando sarà il momento, tu non debba spiegare quello che ti ho appena detto ad uno dei professionisti che ti segue… sarebbe alquanto spiacevole…

Ma ho ancora una cosa da dirti, di cui stavamo parlando prima, ovvero l’ottimizzazione degli impianti.

Come ti dicevo, veramente potrei scrivere un libro su come ottimizzare gli impianti della tua nuova casa, e in realtà ti confesso che il manoscritto è già in lavorazione.

Ma c’è un aspetto molto importante che voglio che tu sappia e conosca sin da subito, perché è un’ottimizzazione che pesa moltissimo su quelli che saranno i tuoi futuri consumi annui.

Su questo concetto, si basa proprio il metodo soluzioni solari, ovvero il fotovoltaico con accumulo che accende la pompa di calore e spegne le bollette.

Non è un’affermazione che faccio a casaccio, e non è una una frase sibillina, è proprio un concetto che va applicato alla base dell’impianto elettrico e dell’impianto idraulico, della tua nuova casa.

Per semplificare il più possibile, voglio condividere con te quello che sta dietro ai miei ragionamenti, ovvero proprio il fatto di far dialogare tra di loro gli impianti.

Qui non parliamo di domotica, non voglio obbligarti ad istallare nella tua nuova casa un software complicatissimo che gestirà gli ambienti e gli scenari delle luci e che per essere programmato programmato necessita di un ingegnere termonucleare che lavora alla NASA, qui parliamo semplicemente di conoscere i prodotti offerti dal mercato e far sì che si accendano e si spengono con una logica ben precisa.

Quindi, come piace a me, ti porto un esempio pratico, che succede sempre quando in una nuova costruzione aplichi il metodo di soluzioni solari.

Immagina che oggi è una bellissima giornata di sole, la tua pompa di calore sta producendo prima l’acqua calda che ti serve per uso sanitario, e poi tutta l’acqua fredda che serve per raffrescare i tuoi ambienti e deumidificarli tramite la ventilazione meccanica controllata.

Contemporaneamente, l’impianto fotovoltaico presente nel tuo tetto sta producendo una buona quantità di energia elettrica e oltre ad alimentare i tuoi consumi istantanei, sta anche riempiendo pian piano la batteria di accumulo.

Ma aspetta un attimo, segui il mio ragionamento, la batteria di accumulo tu la riempi nelle ore di maggior produzione, ovvero quando c’è il sole, poi se produci energia in eccesso la immetti in rete.

Anche il serbatoio dell’acqua tecnica e dell’acqua sanitaria però rappresentano un accumulo di energia, sono proprio un accumulo di energia termica.

Quindi, se è possibile, perché non dire alla pompa di calore quando il sole splende di produrre un po’ più di acqua calda sanitaria e un po’ più di acqua tecnica fredda per renderti indipendente nelle ore notturne?

Ecco, quello che ti ho appena spiegato in un modo molto semplice, è proprio il concetto del metodo di soluzioni solari, ovvero quello di far dialogare tra di loro gli impianti per darti il maggior confort possibile con il minor prelievo di energia elettrica da parte della rete.

Quello che io ti ho spiegato e ti ho accennato però, non è una cosa che si può fare in quattro e quattr’otto e può essere realizzato da qualsiasi artigiano, perché premette che alla base ci siano tre conoscenze particolari: si sappia come funzionano gli impianti fotovoltaici, si sappia come si comportano i sistemi di accumulo, e si sappia con che termopompe professionali lavorare per poter garantire tutto quello che ti ho appena detto.

In buona sostanza, se stai realizzando la tua nuova casa è il tuo obiettivo è quello di avvicinarti più possibile all’indipendenza energetica, ho messo a punto il metodo soluzioni solari che ti aiuterà e ti farà percorrere assieme a me quella strada per arrivare un giorno ad essere energeticamente indipendente.

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Devis Barcaro

Devis Barcaro

Aiuto a scegliere, progettare e realizzare impianti domestici per abitazioni energeticamente indipendenti, che sfruttano al 100% l'energia del sole.

2 risposte

  1. Casa di campagna provincia di Venezia.
    100mq di tetto da rifare rivolti a sud.
    2200 € l’anno di gpl e 2200kw di corrente.
    Siamo contrari all’aria condizionata, quindi solo riscaldamento.
    In quanti anni posso ammortizzare un eventuale impianto completo di accumulo?
    Nei tuoi discorsi non ho visto citato il solare termico, non è adatto ad integrare i tuoi impianti?

    1. Ciao Vittorio, grazie per la richiesta.

      Facendo un ragionamento superficiale, senza aver visto il caso specifico con i miei occhi, faccio queste considerazioni:

      I 2200 € di gpl, possono trasformarsi in circa 4000 kWh di consumo elettrico annuo con una termopompa professionale, a questi aggiungiamo i tuoi 2200 kWh di consumo, quindi arriviamo di poco a superare i 6000 kWh annui di energia elettrica.

      Aggiungi che se vuoi eliminare completamente il gas, passerai ai fornelli ad induzione che incideranno circa 500/600 kWh annui, ed il gioco è fatto.

      Di sicuro, per produrre l’energia che serve ad alimentare il tuo fabbisogno e la tua futura termopompa, ti servirà un impianto fotovoltaico da almeno 6 kWp, così facendo sei sicuro di produrre ciò che ti serve e intanto eliminiamo la spesa fissa del gas.

      La variabile accumulo è da valutare bene, ragionando nel più semplice dei modi, senza girarci intorno, l’accumulo di energia è un plus.

      Acquistarlo per vedere un ritorno economico in breve tempo, con le condizioni di mercato di oggi, non è un dato veritiero e certo. In alcuni casi è addirittura sconveniente, per questo sottolineo sempre che l’accumulo serve a farci sentire liberi dal prelievo di energia il più possibile, ma non bisogna acquistarlo per un mero risparmio economico.

      Ricapitolando, per rispondere alla tua domanda finale, ti posso dire che un impianto fotovoltaico in grado di dialogare con una termopompa professionale, grazie alle detrazioni fiscali di quest’anno, ti fa rientrare della spesa in un’arco di tempo che varia dai 6 agli 8 anni.

      Se aggiungi anche la batteria di accumulo, sposti il ritorno economico di almeno un paio d’anni più avanti.

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Devis Barcaro

Dal 2015 sono specializzato nella realizzazione di ville no gas, quelle 100% elettriche che sfruttano al massimo l’energia del sole.

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